Dipartimento di Scienze della Terra,
Università di Torino.

A cura di
Donata Violanti


ECOMUSEO DELLA PIETRA DA CANTONI
I fossili del Monferrato testimoni della biodiversità

Il primo numero dell’anno 2004 di BIOMONF, giunto al suo quarto anno di vita, si apre con un articolo della dott.ssa Donata Violanti del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino che illustra il progetto di studi sulla Biodiversità.
La conoscenza della Biodiversità, intesa come l’insieme degli organismi animali e vegetali viventi in un territorio, suscita sempre più l’interesse degli enti preposti alla tutela ambientale e del singolo cittadino. E’ sempre più diffusa la consapevolezza del patrimonio insostituibile dato dalla biodiversità, spesso impoverita dall’espansione industriale e dall’agricoltura intensiva. Tuttavia, le variazioni della biodiversità non sono solo imputabili all’azione dell’uomo: durante la storia della Terra si sono succeduti periodi di diversificazione delle specie ad altri con estinzioni o riduzioni delle forme viventi.
Il tema della biodiversità nei tempi geologici, come elemento utile per l’interpretazione della biodiversità nel presente, è alla base della collaborazione tra l’ente Parco del Sacro Monte di Crea e il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino e l’Ecomuseo della Pietra da Cantoni. Il progetto, coordinato per il Dipartimento di Scienze della Terra dalla scrivente, sarà articolato su diversi interventi, con attività didattiche, collaborazione a “Camminare il Monferrato” e “Biomonf”.
L’aspetto più direttamente correlato alla biodiversità nel passato prevede un primo inserimento in Biomonf di circa 200 segnalazioni e schede descrittive di microfossili e di macrofossili, conservati in rocce tipiche del Monferrato casalese, deposte in antichi bacini marini, quali la Pietra da Cantoni o le argille, sabbie e calcareniti affioranti in varie località (Moncalvo ecc.).
Tra i microfossili, studiati al microscopio, verranno descritte specie di Foraminiferi e di Ostracodi, significative per le interpretazioni dell’età e dell’ambiente di deposizione dei sedimenti. I Foraminiferi, noti a partire da circa 570 milioni di anni, sono minuscoli animali formati da una sola cellula (Protozoi), dotati di un guscio facilmente fossilizzabile. Forme di acque calde, come il genere Globigerinoides, sono frequenti nelle associazioni mioceniche della Pietra da Cantoni, deposte tra circa 17 e 15 milioni di anni fà, mentre il genere Orbulina può essere ritrovato solo nella parte alta delle antiche cave di Uviglie o Mandoletta, poichè comparso intorno a 15,1 milioni di anni fà. I Foraminiferi bentonici danno invece indicazioni sulla profondità dei fondali: ad esempio Uvigerina rutila, è tipica di ambiente profondo; Florilus boueanum è invece comune in depositi di acque basse.
Gli Ostracodi sono piccoli Artropodi, diffusi in tutti gli ambienti acquatici, con ampie applicazioni a studi paleoecologici, studiati solo recentemente nelle associazioni del Piemonte. I dati proposti per Biomonf sono quindi un contributo innovativo e originale.
Verranno inserite in Biomonf anche schede sui macrofossili, abbondanti in molte località del Monferrato: conchiglie di Bivalvi e di Gasteropodi colpiscono spesso l’attenzione di chi osserva gli affioramenti di Pietra da Cantoni o i “cantoni” stessi utilizzati nelle case. I resti fossili di pesci, in particolare di selaci, a cui appartengono gli squali, come Carcharodon megalodon, dai denti di altezza fino a 15 cm, sono comuni in alcuni livelli alla base della Pietra da Cantoni e contribuiscono a documentare un mare aperto, con acque calde.
La biodiversità è quindi un fattore dinamico e proprio la conoscenza della sua evoluzione può dare uno strumento adeguato ad affrontare le tematiche ambientali con responsabile tutela, ma evitando superficiali allarmismi, basati sull’ignoranza del passato.


ENTRA NEL
DATA BASE



e-webs