La
fauna
Le preziosità biologiche delle colline del Basso
Monferrato non si limitano alla componente vegetale ma
si estendono anche a quella zoologica la cui sopravvivenza
è però compromessa dalla diffusa antropizzazione,
inquinamento e dall'attività venatoria.
Tra i mammiferi percorrendo i sentieri è facile
incontrare Ricci (Erinaceus europeus), Toporagni (Sorex
araneus), Scoiattoli (Sciurus vulgaris) mentre sfuggono
in genere all'osservazione altri importanti mammiferi
come la Volpe (Vulpes vulpes), il Cinghiale (Sus scrofa),
il Tasso (Meles meles), la Donnola (Mustela nivalis) solo
per citare i più conosciuti.
Un importante indice di qualità ecologico-ambientale
sintomo di un basso impatto antropico è dato dal
valore dell'avifauna. Sono infatti presenti e nidificanti
specie del bosco frondoso ormai scomparse o diventate
rare nelle altre zone monferrine. Picchio verde (Picusviridis),
Picchio rosso mezzano (Picoides medius), Cuculo (Cuculus
canorus), Ghiandaia (Garrulus glandarius), Cincia mora
(Parus ater), per citarne alcuni. Grande importanza assume
inoltre la nidificazione dei rapaci diurni come la Poiana
(Buteo buteo) ed il Gheppio (Falco tinnunculus) e notturni
come il Gufo (Asio otus) o il Barbagianni (Tyto alba).
Tra gli anfibi si segnalano la presenza della Luscengola
(Chalcides chalcides) specie la cui distribuzione piemontese
era accertata solo per gli Appennini; del Rospo smeraldino
(Bufo viridis), della Rana dalmatina appartenente al gruppo
delle "rane rosse", la Salamandra pezzata (Salamandra
salamandra), il Tritone crestato (Triturus carnifex).
Tra i rettili l'Orbettino (Anguis fragilis), la Natrice
del collare (Natrix natrix), il Saettone (Elaphe longissima),
il Biacco (Coluber viridiflavus) e la rara Vipera comune
(Vipera aspis).
Soprattutto a livello di fauna invertebrata vanno però
ricercate le preziosità zoologiche.
Pedemontia delmastroi (un piccolo "millepiedi")
è una specie da poco nota alla scienza ed inoltre
rappresenta la specie tipo del nuovo genere Pedemontia
appositamente istituito. È endemica delle colline
del Monferrato e di Torino. Altre specie endemiche si
trovano tra gli insetti imenotteri (vespe). Tra queste
Stictopisthus sacromontis ritrovata sul colle del Sacro
Monte di Crea e Messochorus scaramozzinoi.
Ricerche sui lepidotteri presenti sulle colline di Crea
sono state condotte da ricercatori di fama mondiale. Alcuni
di questi ritrovamenti sono segnalazioni di specie nuove
per la fauna italiana e piemontese. Grazie agli esemplari
serviti allo studio la preziosità scientifica delle
colline di Crea è conosciuta in tutto il mondo
in quanto questi esemplari sono ora conservati nei principali
musei di storia naturale quali il British Museum di Londra,
l'Accademia delle Scienze di San Pietroburgo, l'Istituto
Smithsonian di Washington, l'Istituto di Zoologia di Osaka.
Tra le presenze più significative riferite all'area
in esame si ricordano le uniche segnalazioni italiane
di Coleophora sisteronica, C. striolatella, C. pulmonariella,
Acrolepiopsis tauricella, tutti minuscoli lepidotteri,
Sono presenti inoltre altre specie di microlepidotteri
rarissime in Italia come Microsphecia tineiformis, Scythris
punctivittella e Deltophora stictella in Piemonte segnalata
solo sulle colline di Crea, e le farfalle diurne, Thymelicus
acteon, Lysandra amanda.
Altri studi entomoloogici condotti sulle colline di Crea
hanno censito 78 specie di Coleotteri Carabidi di rilevante
interesse ecologico di cui alcune in Piemonte. Tra questi
sono emersi popolamenti relittuali di specie ad ecologia
diversa e specie rare come Carabus rossii, Platysma anthracinum
e Platysma macrum, Gynandromorphus etruscus, Acinopus
picipes ed altre specie in Piemonte rare e localizzate.
Recentemente è stato ritrovato un piccolo coleottero
della famiglia Curculionidae appartenente al genere Acalles
nuovo per l'Italia.
